«Perché gli uomini mi cercano solo per fare sesso?» è la domanda ricorrente che moltissime donne ci rivolgono.
I dati provenienti direttamente dai nostri corsi di Tantra (e non solo) ci restituiscono uno spaccato sociale in cui, sopra i 40 anni, le donne sono sessualmente chiuse e disinteressate all’attenzione erotica.
L’apertura sessuale degli uomini, nella stessa fascia di età, risulta invece maggiore, ma fonte di fastidio per le donne, che si sentono cercate «solo per quello».
Le donne non godono più e per questo motivo mandano “a quel paese” il sesso e gli uomini che ancora vorrebbero farlo.
Probabilmente la vera domanda da farsi non è: “perché gli uomini mi cercano solo per fare sesso?” ma: “perché le donne non vogliono più fare sesso?”
Le donne non vogliono più fare sesso.
Dalla nostra posizione “sul campo”, a contatto costante con uomini, donne e coppie, prevalentemente di età compresa fra 40 e 50 anni, notiamo un dato in crescita costante negli ultimi 10 anni: le donne hanno sempre meno desiderio sessuale.
Molte si lamentano – addirittura – di suscitare pensieri erotici:
“perché gli uomini mi cercano solo per fare sesso?”
La domanda è talmente ricorrente che riteniamo utile e necessaria una riflessione approfondita.
Le donne sono più esposte al calo del desiderio sessuale
Iniziamo dicendo che il dato è conforme a quanto emerge dalle ricerche internazionali (un riassunto lo trovate qui) che ci segnalano come le donne siano il doppio più esposte al calo del desiderio sessuale rispetto agli uomini.
Il 33% delle donne lamenta il problema, a fronte del 16% degli uomini. In Europa siamo attestati tra il 21 ed il 34% (valori più alti con l’aumentare dell’età). Tutte le ricerche si orientano su campioni solitamente con più di 40 anni di età, ma il problema è presente anche nelle donne più giovani, sebbene in misura minore. Dunque non si tratta di qualcosa che emerge solo dalla nostra esperienza e da quanto riferiscono psicoterapeuti e sessuologi. Si tratta di un dato di fatto.
Perché accade che le donne subiscano il calo del desiderio sessuale?
Il ruolo del diverso approccio
Uomini e donne sono diversi per energia vitale, educazione e condizionamento ambientale. Questi tre fattori portano tendenzialmente l’uomo ad arrivare all’amore passando attraverso il sesso e la donna a preferire il percorso inverso: sentirsi coinvolta sentimentalmente ed emotivamente prima di giungere alla fusione sessuale. Dal sesso al cuore per lui, dal cuore al sesso per lei.
Questo primo punto già comporta una difficoltà di sintonia nell’approccio, soprattutto se non si è consapevoli dell’esistenza di questa differenza tendenziale (non assoluta) di fondo.
Ma perché il problema si manifesta dopo i 40 anni? È veramente così o esisteva già?
Difficilmente una chiusura sessuale emerge dal nulla, dopo una specifica età. Più probabilmente l’avvicinarsi o il sopraggiungere della pre-menopausa e poi della menopausa forniscono una sorta di “giustificazione” inconsapevole per palesare qualcosa di già presente a livello personale e di coppia.
La coppia è – infatti – il luogo di elezione dove il disagio individuale e quello relazionale si vanno ad incontrare e manifestare, riflettendosi nella sessualità. Quindi – statisticamente parlando – non c’è disagio relazionale che non si traduca in un’insoddisfazione sessuale e viceversa.
Quali possono essere le radici di questa chiusura sessuale che investe tanto pesantemente il mondo femminile over 40?
Cerchiamo di scoprirle insieme.
Una questione di condizionamento culturale
Chi sono le donne over 40?
Iniziamo con un elemento di fatto:
le donne che hanno oggi più di 40 anni sono nate prima del 1983…
hanno madri nate prima del 1963,
nonne nate prima del 1943
e bisnonne nate ad inizio del ‘900.
Questo significa che le ultra-quarantenni di oggi hanno uno strascico di educazione, convinzioni, tabù e condizionamenti – consapevoli o meno – che provengono da un sistema sociale profondamente diverso rispetto a quello attuale, soprattutto per quanto attiene alla sessualità femminile.
Per secoli la sessualità femminile è stata repressa, controllata dal maschio, additata come peccaminosa e satanica, vincolata al matrimonio e alla riproduzione.
Persino le ricerche scientifiche sull’argomento sono partite in netto ritardo e non prive di pregiudizi maschili. Solo per fare un esempio, le contrazioni dell’orgasmo femminile sono state fino a poco tempo fa ritenute come funzionali ad agevolare il percorso dello sperma, quando invece sono evidentemente di tipo espulsivo e dunque non possono proprio svolgere tale compito di servizio alla procreazione, con buona pace dei ricercatori che erano convinti del contrario.
La società delle nonne e delle bisnonne
La donna “perbene” non doveva provare piacere nell’atto sessuale, ma doveva sottomettersi al marito in modo passivo al fine di procreare.
Si raccomandava agli uomini di svolgere l’atto sessuale con le mogli in modo rapido e facendo attenzione a non suscitare in loro il piacere, perché si riteneva che il piacere rendesse i tessuti della donna “molli” e quindi il corpo femminile meno forte e idoneo ospitare e portare a termine la gravidanza. Il piacere era per le prostitute e non per le donne “perbene”.
Una donna non sposata priva della verginità era priva di onore e con lei tutta la famiglia. I negozianti rifiutavano di vendere merce e le persone toglievano il saluto, alla donna “svergognata”, a tutta la famiglia e a chiunque mantenesse contatti sociali con loro. Perché il disonore era in qualche modo contagioso.
Se un corteggiatore convinceva la malcapitata fidanzata alla “prova d’amore”, che consisteva nel concedersi sessualmente prima delle nozze, non di rado poi la ragazza veniva abbandonata e pubblicamente svergognata, perché non si era dimostrata “forte” nella sua morale. Il tutto senza condanna alcuna per l’uomo. A meno che non intervenissero padri o fratelli energumeni a forzare il seduttore al matrimonio riparatore. Le nozze erano l’unico modo per ripristinare l’onore della donna e della famiglia, che era altrimenti costretta a cacciare di casa la figlia scostumata.
Le donne hanno diritto al voto in Italia dal 1945.
La società delle madri
Continua il dogma dell’onore legato alla verginità, anche se la donna ha sempre più spazi e diritti. La rivoluzione sessuale degli anni ’60 vede le madri delle attuali ultra-quarantenni in una fase in cui sono preadolescenti o adolescenti, con genitori terrorizzati da quello che vedono nelle piazze.
La reazione degli educatori, in questi casi, è generalmente un arroccamento ancora più fermo sui valori e dogmi tradizionali per evitare la perdizione dilagante.
Il divorzio è legalmente possibile dal 1970.
Il matrimonio riparatore è stato abolito dal codice penale solo nel 1981.
È semplicemente ovvio che a livello interiore le donne over 40 abbiano assorbito tabù, condizionamenti e convinzioni derivanti da questo tipo di società.
Quante voci silenti sussurrano nelle loro orecchie:
– il sesso è sporco,
– il sesso non ti deve piacere, altrimenti sei una donnaccia,
– gli uomini vogliono solo il sesso, appena lo ottengono ti disprezzano e scappano,
– prima l’amore, poi il sesso,
E quale paura del giudizio si associa a queste voci, soprattutto se non sono portate alla consapevolezza?
Anche l’uomo subisce le conseguenze di questi stessi condizionamenti, non a caso si legge in molti commenti maschili – ancora oggi – la distinzione tra donne “per quello” e donne “per fare sul serio”.
L’uomo, in qualche modo, riceve ancora il messaggio che è il centro dell’universo e che le donne esistono per servirlo e compiacerlo, poi si ritrova in una realtà che non corrisponde a questo modello ed entra in confusione. Ma questo è un altro discorso. Torniamo alle donne.
C’è un’altra voce del passato che risuona nelle loro menti a livello non consapevole:
– il sesso serve per fare bambini.
Ecco allora che l’avvicinarsi della menopausa e della pre-menopausa fanno scattare un interruttore:
non sei più fertile, non puoi più avere bambini, quindi non devi più fare sesso.
Aggiungiamo che la masturbazione femminile è un tabù nel tabù. Alle bambine viene detto di “non toccarsi lì” appena manifestano i primi segnali esplorativi, dunque la sessualità viene relegata alla coppia e l’autoerotismo viene gravato da vergogna e senso di colpa. La donna è talmente repressa che non è raro che non riesca ad accettare neanche la masturbazione del proprio partner abituale.
Possiamo quindi dire, senza timore di poter essere smentiti, che il condizionamento culturale residuo con i suoi strascichi sulla demonizzazione della sessualità e del piacere femminile gioca un ruolo importante sul blocco della sessualità delle donne sopra i 40 anni.
Sono passate un numero troppo esiguo di generazioni da quando il mondo sociale era completamente diverso.
Altri fattori che influiscono sul calo del desiderio sessuale femminile
Il ruolo delle esperienze non soddisfacenti
Dal 2005 la scienza ha finalmente compreso che la sessualità femminile ha connotazioni diverse da quella maschile, nello specifico, si sono accorti che dopo l’orgasmo la donna valuta l’esperienza in termini di soddisfazione o insoddisfazione e l’esito di questa valutazione influisce sul suo desiderio di ulteriori attività sessuali. Nel momento in cui l’esperienza viene valutata negativamente, il desiderio cala anche in occasioni successive. Nel caso opposto allora il desiderio aumenta. Siamo contenti di verificare che anche la scienza conviene sul fatto che esperienze soddisfacenti facciano desiderare di fare più sesso… meglio tardi che mai.
Il ruolo dello stress, dell’ansia, della paura e della mancanza di sonno
La paura è il killer del desiderio sessuale, perché spegne l’eccitazione o le impedisce anche di accendersi. Stress ed ansia muovono gli stessi meccanismi della paura, quindi non è una sorpresa che più alti sono i livelli di stress, ansia e paura e meno si pensa alla sessualità. Anche il sonno ha un suo ruolo, più il sonno è disturbato e irregolare, meno energie si avranno per dedicarsi all’eccitazione e al piacere. Si parla inoltre di tecnostress, ma le ricerche sono in fase iniziale. La tecnologia, con i suoi ritmi accelerati, la dipendenza dai social e il mondo virtuale in senso lato, sottraggono spazi, attenzione e importanza alla vita di relazione in tutti i suoi aspetti, inclusa l’intimità sessuale.
Il ruolo della pre-menopausa e menopausa
Nessuno nega i cambiamenti corporei e ormonali che rendono la sessualità femminile diversa in questa stagione della vita. Diversa non significa spenta e assente. In realtà, dalla nostra esperienza, più del 90% dei problemi sessuali femminili in menopausa non dipende dalla vagina, dall’utero e dagli ormoni. È di origine interiore e non consapevole. Che siano i condizionamenti culturali residui, la mancata accettazione della nuova fase della vita con le conseguenti insicurezze, che sia una criticità di coppia negata o un problema di crescita personale, l’origine della difficoltà ad eccitarsi non è nel corpo. In assenza di patologie, non c’è un problema fisico e oggettivo che non abbia una soluzione nelle infinite sfaccettature delle possibilità di espressione erotica.
Il circolo vizioso
Meno si fa sesso, meno si ha voglia di farlo e si tende ad archiviare tutta la dimensione erotica compensandola con elementi di consumo o di apparenza. La sessualità va allenata, partendo dall’autoerotismo, perché è un settore troppo importante per lasciarlo avvizzire. Siamo esseri sessuali e la nostra energia vitale è proprio energia sessuale.
In conclusione, la risposta alla domanda iniziale:
“Perché gli uomini mi cercano solo per fare sesso?”
postaci da molte ultra-quarantenni, riformulata in:
“Perché le donne non vogliono più fare sesso?”
non è semplice ma articolata in una serie di possibili concause.
Il dato di fatto è che gli uomini di quella età sono (ancora) tendenzialmente più attivi sul piano sessuale e soprattutto pronti ad agire per cambiare e migliorare una situazione che magari è carente, mentre le signore sono molto più restie e bloccate, a dispetto del danno che procurano con tale inerzia alle loro relazioni, alla loro vitalità e alla propria salute.
L’importanza del piacere femminile
La scienza ha compreso da un po’ di tempo che il desiderio femminile è governato da una serie di ormoni che rendono il corpo più pronto ad avere rapporti sessuali.
Ha compreso anche che l’eccitazione e l’orgasmo della donna hanno un ruolo molto importante per la prevenzione di importanti malattie, per l’efficienza del sistema immunitario e per l’ossigenazione del cervello.
Dunque si tratta non solo di un atto naturale, ma di qualcosa che ha grande rilevanza per il benessere del corpo e della mente.
Da un punto di vista tantrico il legame tra sessualità e benessere è ancora più profondo, perché l’energia sessuale è energia vitale e rinunciare alla sessualità significa spegnere la propria vitalità.
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