Nell’era dell’iper-sessualizzazione e della sessualità liquida, l’orgasmo è ancora al centro di tabù, miti e misteri. Soprattutto il piacere femminile.
Il piacere femminile, questo sconosciuto
Ancora oggi sono più gli uomini a raggiungere l’orgasmo che le donne. Il piacere femminile è tabù: se ne parla poco e se ne sa ancor meno. A peggiorare le cose, l’orgasmo femminile è considerato “un dono” del partner, una conferma della sua arte amatoria e della sua virilità. Ed ecco che, spesso, le donne “fingono” per non “far restare male” il partner. Secondo recenti studi sono più del 50% le donne che almeno una volta nella loro vita sessuale hanno fatto finta di aver raggiunto l’orgasmo. Sono il 20% quelle che fingono abitualmente.
Perché il piacere femminile soffre?
Piacere femminile: perché sfugge
Ci sono molti possibili fattori che inibiscono o azzerano il piacere femminile, ne esaminiamo alcuni tra i principali.
Ansia da prestazione sessuale
Contrariamente a quanto si pensa, l’ansia da prestazione sessuale non riguarda solo l’uomo.
È vero che una donna può fisiologicamente completare uno o più atti sessuali consecutivi anche in assenza di una risposta eccitatoria o orgasmica, ciò nonostante, essere tecnicamente in grado di fare sesso, di per sé, non costituisce un motivo di tranquillità, se poi l’esperienza non è appagante.
L’eventuale difficoltà nel raggiungere l’apice del godimento o addirittura il calo drastico dell’eccitazione durante l’atto, rappresentano per lei una fonte di ansia da prestazione, che solitamente sposta la sua attenzione alla meta, al cercare di “averlo a tutti i costi”, generando così una carica emotiva negativa ed una serie di rigidità che finiscono col produrre l’effetto opposto. In modo del tutto simile a quanto avviene per l’uomo.
L’impossibilità di compiere l’atto sessuale in assenza di erezione rende il disagio maschile più evidente, così come l’eiaculazione precoce segna immediatamente e palesemente il termine del rapporto sessuale.
L’uomo non può fingere, ma è l’unica differenza sostanziale: il meccanismo che ne deriva, e la sofferenza associata, sono esattamente gli stessi.
Le aspettative
Altro capitolo dell’ansia da prestazione riguarda l’aspettativa del “come deve essere” un orgasmo o un rapporto sessuale: urla, contorcimenti, morsi, sobbalzi o altro che nel nostro immaginario indicano un “buon orgasmo”, oppure posizioni, acrobazie e contorsioni che, allo stesso modo, definiscono un “buon sesso”… sono tutti elementi la cui mancanza indica solo che l’idea che avevamo era sbagliata.
Il piacere è personale: come si prova, come si manifesta, come “arriva” sono questioni soggettive e legate solo al proprio gusto.
Scarsa conoscenza del corpo e del piacere femminile
Pensate che nel XXI secolo ancora si cerca di capire scientificamente l’orgasmo femminile, si dibatte sulla differenza fra orgasmo vaginale e clitorideo e spesso, anche in ambienti scientifici, si associa l’orgasmo femminile esclusivamente alla stimolazione genitale, dimenticando che esiste l’orgasmo da attività fisica (sì, in palestra, avete letto bene), quello interamente psicologico (immaginazione senza masturbazione) e quello onirico…
Come se non bastasse, sempre nel terzo millennio, si è ancora convinti che la verginità femminile sia qualcosa di fisico, che l’imene sia un sigillo di garanzia che tappa la vagina e che viene stappato solo dalla penetrazione del pene. E che sanguini a causa della rottura… sebbene sia assodato che l’imene non è vascolarizzato (e quindi non può sanguinare), costituisce tappo totale solo in caso di rara malformazione che necessita di intervento chirurgico correttivo (altrimenti il ciclo mestruale non esce), e soprattutto che è elastico e può essere di varie forme. Insomma la verginità fisica non esiste.
Fin troppo spesso mancano le conoscenze di base, come ad esempio l’importanza della lubrificazione o l’importanza di avere libertà di movimento del bacino.
Gli uomini conoscono poco il corpo femminile e le donne tendenzialmente, per vergogna o tabù, mancano sia di autoconoscenza sia di comunicazione e si aspettano che il partner “capisca da solo” cosa fare. In termini tantrici: delegano al partner la responsabilità del proprio piacere. Ed è un errore.
Sensi di colpa e condizionamenti
Per molte donne il condizionamento repressivo è fortissimo ed il sesso è comunque una “cosa sporca”. Questo associa l’eccitazione al senso di colpa e spegne il piacere.
Problemi relazionali
Non c’è problema relazionale che non si rifletta nella sfera erotica. Se a letto le cose non funzionano, molto probabilmente c’è una criticità relazionale da risolvere.
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«Non c’è nulla di sbagliato nel corpo e niente di bello nello spirito – ambedue sono belli. (…)
Il sesso non sta sul gradino più basso e il samadhi su quello più alto.
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Osho
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