Responsabilità e senso di colpa
Senso di Colpa e responsabilità vengono spesso usati impropriamente come sinonimi.
Assumersi le proprie responsabilità e sentirsi in colpa descrivono due situazioni molto diverse, una proattiva e dinamica e l’altra passiva e statica.
Il senso di colpa è statico e passivo
Una persona che si sente in colpa rimane paralizzata nell’auto-accusa. Il senso di colpa è una condanna senza appello, per ciò che hai fatto, non fatto, pensato o non pensato e non contempla alcuna azione di responsabilità o di riparazione. Il senso di colpa è fine a se stesso, statico. Anche chi da la colpa agli altri (persone, società, sfortuna, tempo, governo, Dio… ecc) e si vede come vittima, è altrettanto fermo, perché convinto che le azioni risolutive o compensative spettino, appunto, al colpevole, che non è lui.
Il senso di colpa, così come lo scaricare la colpa al di fuori, è una modalità infantile di gestire la vita. Non c’è azione, non c’è crescita e non c’è evoluzione nel senso di colpa.
Il senso di responsabilità è dinamico e proattivo
Chi si rende conto di aver sbagliato o di aver procurato un torto ad un’altra persona e vuole rimediare, rientra invece nell’assunzione di responsabilità per le proprie azioni e scelte, nel rendersi conto di come abbiano influito su un’altra persona e soprattutto nel pianificare come rimettere le cose a posto. Con azioni.
Per crescere bisogna essere pronti a rinunciare ad essere bambini (in qualche modo perdere la propria innocenza) e assumersi la responsabilità dei propri pensieri, emozioni e comportamenti e soprattutto agire per rimediare ai propri errori.
Il tema della responsabilità e quello del senso di colpa sono centrali per quanto riguarda la crescita personale ed il benessere relazionale.
Una persona è tanto più in grado di assumersi delle responsabilità quanto meno ragiona in termini di colpa. Insomma colpa e responsabilità occupano uno stesso spazio all’interno dell’individuo e l’una può crescere solo nella misura in cui l’altra si riduce, come si evince anche da questo interessante articolo del Dott. Baiocchi.
Il senso di colpa implica un giudizio soggettivo di inadeguatezza e indegnità.
C’è chi si sente in colpa verso moglie e figli perché sente di non essere il marito e il padre ideale; chi si sente in colpa dopo aver mangiato a dismisura, chi per non essere un figlio all’altezza delle aspettative e dei sacrifici dei genitori. In ogni caso il senso di colpa è un disagio, una sofferenza passiva, un freno che ci immobilizza e che proietta verso il passato col risultato che non prestiamo attenzione al presente.
Se la loro intensità è distruttiva, i sensi di colpa prevedono solo punizioni e dolore per gli errori commessi.
Anche in questo caso, le esperienze familiari fanno la differenza. Un’infanzia dominata dalla paura di essere puniti e da sentimenti di indegnità e inadeguatezza induce più sensi di colpa che responsabilizzazioni.
La responsabilità è il farsi carico attivamente delle proprie azioni e delle loro conseguenze. È piena espressione del potere personale.
La responsabilità è legata all’agire, all’accettare le conseguenze delle proprie azioni e delle proprie scelte. È accettare di essere fallibili e agire per rimediare ai propri errori. Assumersi la responsabilità della propria vita è l’unica strada per la realizzazione e la felicità. È anche l’unica strada per il benessere relazionale.
Ognuno di noi è completamente responsabile, al 100%, di tutte le sue emozioni, pensieri e comportamenti, ma non di quelli degli altri.
Assumersi concretamente la responsabilità della propria vita significa dare un calcio al peso ossessionante dei sensi di colpa passivi, consapevoli di non poter tornare indietro ma di poter fare qualcosa per andare avanti, rimediare e migliorare. Questa è l’unica strada per la realizzazione, la crescita e la felicità.