Il bisogno di controllare non è altro che una richiesta d’amore mascherata dalla paura: riconoscerla è il primo passo verso un incontro più vero
Hai mai preso il telefono del tuo partner di nascosto, con il cuore che batte forte e un nodo in gola? O hai mai sentito quella stretta profonda, quasi fisica, mentre lui o lei scrive a qualcun altro?
Se ti è capitato, fermati un attimo. Questo spazio è per te. Non per giudicare, ma per accogliere quella parte che ha paura di non essere abbastanza.
A volte, dietro quei gesti, si nasconde la difficoltà a fidarsi del partner che non nasce dal nulla, ma da ferite antiche, da parole non dette, da silenzi che pesano.
Perché la sfiducia non sempre urla o fa scenate. A volte cammina in punta di piedi, si insinua nei gesti più piccoli, nelle domande trattenute, e giorno dopo giorno scava un solco tra due persone che si erano scelte.
Ed è proprio da questa consapevolezza che possiamo iniziare un cammino nuovo, fatto di ascolto e verità.

Fidarsi senza trattenere: una lezione che nessuno ci ha insegnato
Partiamo da un presupposto importante: controllare non è amore. Semmai è paura che si traveste da premura, come una carezza che in realtà stringe troppo forte.
Quando senti il bisogno costante di sapere dove si trova, con chi è, cosa sta facendo, non è intimità, ma ansia. È la necessità di controllare che bussa, forte e costante, alle porte del cuore, fingendosi attenzione.
La sfiducia nella coppia non sempre entra con il fragore di una lite.
A volte si insinua piano, lentamente e in silenzio.
Quando?
Quando non riesci a credere davvero a ciò che l’altro ti dice. Quando qualcosa si muove dentro appena il tuo partner ride con qualcun altro. Quando chiedi trasparenza, ma non ti accorgi di quanto sia difficile, per te, mostrarti davvero.
E siamo qua per dirti che non è colpa di nessuno, né tua e nemmeno sua.
È che non ci hanno mai insegnato quanto sia delicato fidarsi senza dover trattenere, amare senza mettere confini, restare senza dover controllare.
Eppure si può. A partire da te.
Per comprendere davvero da dove nasce questo bisogno di controllo, dobbiamo guardare un po’ più indietro.
Leggi anche: Costruire la fiducia nelle relazioni: l’approccio tantrico per connessioni autentiche e durature
Le radici invisibili della sfiducia e il coraggio di attraversarle
La sfiducia non nasce dal nulla, e nemmeno dal presente. Affonda le radici in ferite lontane: un tradimento che ti ha lasciato senza respiro, un genitore che non c’era o c’era troppo.
O ancora, esperienze che ti hanno insegnato, a tue spese, che amare può fare male, che l’intimità può diventare assenza, che mostrarsi può voler dire non essere accolti.
Capita quindi che senza volerlo, porti quel carico nel cuore della tua relazione.
Il passato prende la parola: si fa spazio a modo suo, anche quando non lo inviti a parlare.
Nel Tantra diciamo che ogni blocco è una soglia: un confine sottile dove puoi richiuderti in ciò che conosci oppure aprirti e attraversarlo.
Sì, anche tremando. Anche con il cuore che batte forte.
Ed è lì, in quelle ferite antiche, che il Tantra invita a tornare con delicatezza, per trasformare ciò che blocca in nuova energia vitale.

Il cammino sottile che trasforma il dolore in presenza e verità
Nei percorsi tantrici, per andare oltre quell’uscio e riscoprire la rinnovata forza non ci limitiamo a lavorare sul corpo fisico.
Si entra in contatto con quello che tieni dentro: emozioni ferme, tensioni, chiusure che ti allontanano dall’amore che vorresti dare e ricevere.
La sfiducia è uno di quei nodi che stringono forte e sanno essere potenti, perché dietro si nasconde spesso la difficoltà a fidarsi del partner, che ti porta proprio lì, dove fa più paura: spalancare il cuore quando l’istinto ti dice di serrarlo, di proteggerlo, di tenerlo al sicuro.
Durante i nostri corsi, assistiamo a trasformazioni che toccano l’anima: uomini che per la prima volta vedono la corazza fatta di controllo e possesso e donne che si lasciano andare al dolore nascosto dietro il bisogno di sapere, prevedere, trattenere.
Qualcosa poi cambia: il corpo si distende e il respiro prende spazio. Le parole diventano vere, come se da dentro si sciogliesse un gelo antico.
La fiducia, lo ricordiamo sempre ai nostri corsisti, non è qualcosa che possiamo costruire come faremmo con un progetto a tavolino.
Sarebbe più semplice! Si sceglie ogni giorno di restare, di mostrarsi, di comunicare anche quando si ha paura. E si decide di stare anche nel dubbio e nell’incertezza. In questo modo l’amore non ha più bisogno di trattenere, ma di fluire e nutrire.
Ma per sciogliere davvero quei nodi, serve fare un passo ancora più profondo: guardarsi dentro, senza filtri.
Leggi anche: Come ritrovare sé stessi nel viaggio della crescita personale
Difficoltà a fidarsi del partner: un invito a guardarsi dentro senza giudizio
Se senti che la fiducia vacilla, prima di guardare l’altro, fermati e chiediti con dolcezza:
“Mi fido davvero di me? Del mio sentire, delle parole che porto, della forza che ho nel restare presente?”
A volte chiediamo all’altro di essere sicuro e limpido, ma mentre lo facciamo, nascondiamo i nostri timori più veri dietro silenzi, mezze verità, sorrisi forzati.
Il Tantra ci dice di guardarci dentro con coraggio. La fiducia non nasce dalla persona che abbiamo vicino, semmai dall’intimità profonda che siamo capaci di costruire con noi stessi. E poi in quella valle di consapevolezza incontriamo il partner.
Solo quando inizi a sentire davvero te stesso, puoi aprirti all’altro senza paura di perderti.
Fidarsi è un atto coraggioso, non una resa
Fidarsi non è un atto da ingenui, semmai un gesto potente, di chi ha il coraggio di restare con il cuore aperto. Di chi, come diciamo nei nostri percorsi, è un guerriero del cuore.
È scegliere l’apertura invece della difesa. È lasciare andare il controllo e fare spazio al respiro. È restare presenti, anche quando il dubbio sussurra forte.
Nei nostri corsi tantrici, ogni giorno accompagniamo uomini e donne a trasformare la paura in amore per essere in grado di spezzare quelle catene invisibili che stringono dentro e impediscono di vivere delle relazioni sane.
E se senti che è arrivato il momento di smettere di sopravvivere, allora sì, sei pronto. La soglia è davanti a te.
Ti è mai capitato di vivere una relazione in cui il bisogno di controllo prende il sopravvento sulla serenità?
Hai mai sentito quanto può fare male la difficoltà a fidarsi del partner, anche quando l’altro non ti ha tradito? Desideri trasformare la sfiducia in apertura e costruire un legame più autentico, senza maschere né difese?
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Takeaways
- Il bisogno di controllo nasconde una richiesta d’amore non espressa: dietro i gesti di controllo si cela spesso una paura profonda di non essere amati o di perdere l’altro. Non è amore, ma ansia mascherata da premura: riconoscerlo è il primo passo per sciogliere il nodo e ritrovare autenticità nella relazione.
- La sfiducia si insinua nei silenzi, non solo nei conflitti. Non sempre la mancanza di fiducia si manifesta in modo evidente. Spesso è fatta di piccoli gesti, domande trattenute e sguardi evitati. È lì che si apre il vero terreno su cui lavorare, con delicatezza e verità.
- Le radici del controllo sono spesso antiche e personali: sono ferite del passato – come esperienze di abbandono o tradimento – possono condizionare profondamente il presente. Portare consapevolezza su queste origini permette di trasformare la relazione da spazio di difesa a spazio di cura.
- Fidarsi richiede presenza e vulnerabilità: la fiducia non si costruisce seguendo regole o tecniche, ma scegliendo ogni giorno di restare autentici. Significa mostrarsi, comunicare anche nella paura, e soprattutto, lasciar fluire l’amore senza cercare di contenerlo.
- La vera intimità nasce dalla fiducia in se stessi perché prima ancora di fidarsi del partner, è necessario riconoscere se ci si fida del proprio sentire. Il Tantra invita a questa auto esplorazione profonda, perché solo chi ha contatto con sé può davvero aprirsi all’altro senza timore di perdersi.
FAQ
Il bisogno di controllare è una forma d’amore?
No, il bisogno di controllare non è amore, ma una forma di paura che si traveste da premura. È un modo in cui l’ansia cerca di mascherarsi da attenzione, ma in realtà è un segnale di sfiducia e di insicurezze interiori.
Da dove nasce la difficoltà a fidarsi del partner?
La sfiducia affonda spesso le sue radici in esperienze passate non risolte: traumi emotivi, tradimenti, assenze o iper-presenze genitoriali. Queste ferite, anche inconsapevoli, influenzano le dinamiche relazionali attuali e generano comportamenti di chiusura o controllo.
Come si può superare il bisogno di controllo in una relazione?
Superare il bisogno di controllo richiede un lavoro profondo su di sé. È necessario guardarsi dentro con sincerità, riconoscere le proprie paure e imparare a fidarsi del proprio sentire. Solo partendo dalla fiducia in sé stessi si può creare una relazione basata sulla presenza e sull’apertura reciproca.