Tantra & Amore

Gli ingredienti dell’intimità in una relazione

Quali sono gli ingredienti per creare e coltivare intimità nella relazione d’amore?

È una domanda diffusa, perché l’intimità e la vitalità della relazione sentimentale è una questione importante, a cui raramente si trova una risposta concreta, comprensibile e soprattutto attuabile.

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Vuoi mantenere “viva” e intima una relazione d’amore?

Cerchiamo di fornire alcuni elementi concreti per raggiungere questo obiettivo.

Cosa fare per mantenere la coppia e l’amore vivi ed intimi.

Vedersi ed ascoltarsi, imparare a parlarsi

I partner devono parlarsi e soprattutto ascoltarsi. Il miglior ascolto è quello attivo ed empatico. Ci si guarda negli occhi, non ci si interrompe, si chiedono chiarimenti per accertare di aver ben compreso, ci si mette nei panni di chi parla (empatia) cercando di capire i suoi sentimenti, le sue emozioni, il non detto. Se si ha difficoltà, perché magari da piccoli l’unico modo per riuscire a parlare era interrompere chi stava parlando o perché si è presi a pensare a cosa diremo quando toccherà a noi o perché abbiamo paura di disturbare l’altro e quindi finiamo per non parlare mai, allora si pianifica il dialogo e le sue regole.

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Ecco alcuni suggerimenti pratici:

– Si dedica al dialogo un’ora di un giorno a settimana, in un orario stabilito.

– Telefoni e social spenti, ciascuno ha 15 minuti per esprimere pensieri, emozioni, desideri.

– Il partner in ascolto non deve interrompere o pensare a cosa dirà quando sarà il suo turno. Ascolta e basta.

– Chi ascolta mantiene un contatto visivo. Anche questo è un elemento rilevante, soprattutto nell’era digitale in cui siamo sempre meno capaci di distogliere lo sguardo dal telefonino. Ricordatevi che se quando il partner vi parla voi guardate da un’altra parte, il partner non si sente ascoltato e gli state comunicando il messaggio non verbale che non vi importa niente di quello che sta dicendo. Il che non va bene per coltivare il dialogo nella coppia.

– Quando l’altro ha terminato di parlare, il partner che è stato in ascolto chiede eventuali chiarimenti oppure riassume quanto ha compreso. Passaggio rilevante per evitare equivoci e fraintendimenti e dare modo a chi ha parlato di rendersi conto se quel che intendeva dire è stato compreso. Perché non sempre quel che vogliamo dire arriva a destinazione ed è sempre possibile, per chi ci ascolta, capire fischi per fiaschi.

– L’altro chiarisce se necessario. Quindi tocca al partner che ha ascoltato prendere la parola per 15 minuti ed il ciclo si ripete.

 Come parlare?

      • parlare in prima persona, il soggetto deve essere “io” (non “tu mi fai” ma “io mi sento”)
      • esprimere emozioni (anche negative), desideri e bisogni
      • se c’è una richiesta o una proposta, che sia chiara e lasci possibilità di scelta (va bene per te? che ne pensi?)
      • evitare assolutamente frasi accusatorie verso l’altro. Se c’è un’azione del partner che ci ha disturbato, esprimere il disagio collegato con l’azione e non con la persona
          • Esempio:
            Sei arrivato in ritardo (dato oggettivo), questo (l’azione del ritardo) mi ha fatto sentire triste e non importante (emozione), ho bisogno che mi avvisi se rientri tardi (bisogno e proposta), va bene per te? (libertà di scelta)
      • Il non interrompere è un elemento fondamentale. Non permettere all’interlocutore di completare una frase comunica: “voglio che tu smetta di parlare” oppure “quello che stai dicendo è meno importante di quello che ti devo dire io” il che implica: “tu non sei importante quanto lo sono io”, e sono messaggi aggressivi che girano il coltello nella piaga di ferite infantili di non ascolto, con effetti distruttivi sull’intimità relazionale.
Trovare tempo per fare delle attività insieme
  • Condividere spazi e attività in comune, come per esempio: meditazione, momenti di silenzio, oziare, vacanze, passeggiate, riordinare la casa.

Non è importante cosa fare, purché sia fatto insieme.

Trovare un accordo per la “distanza giusta”
  • È quello che si chiama un buon equilibrio tra spazio e legame, che definisca i limiti personali e relazionali in modo che i partner stiano insieme senza attivare né invasione né abbandono.
  • Può essere molto utile un accordo scritto,  che fissi chiaramente e senza equivoci i bisogni reciproci. Solitamente ogni coppia ne ha, ma sono inespressi e sottintesi, causando facilmente incomprensioni. Le più frequenti discussioni si verificano non per grandi aspetti “esistenziali”, dove in modo spontaneo la coppia elabora una decisione condivisa, ma su aspetti quotidiani e minori. Alcuni esempi:
        • – togliere residui di dentifricio/i capelli dal lavandino
          – abbassare la tavoletta del water dopo aver fatto la pipì
          – mettere i panni sporchi nella cesta apposita
          – uscire una volta a settimana con gli amici/le amiche/i colleghi
  • Scrivere gli accordi serve anche perchè in alcuni casi i nostri meccanismi di difesa interiori ci portano inconsciamente a cambiare gli accordi, a dimenticarli o a manipolare il partner.
Avere progetti chiari e condivisi.
  • Fare chiarezza interiore prima, e poi comunicare al partner quali sono i progetti che vogliamo intraprendere. Questa chiarezza reciproca ci rende comprensibili e visibili all’altro, permettendogli di vederci (e amarci) per come siamo, e di capire ciò che desideriamo.
    Questo stimola entrambi a portare avanti le aspirazioni personali e ad essere di supporto l’uno per l’altra, e fornisce anche la possibilità di valutare se i rispettivi progetti si possono ostacolare o alimentare a vicenda. Se poi è possibile condividere un progetto di vità o più di uno, si assaporeranno i vantaggi di essere entrambi orientati nella stessa direzione, ottenendo risultati che daranno beneficio e soddisfazione a entrambi.

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Il programma, che si avvale dell’esclusivo Active Integrative Method®, integra metodiche orientali derivate dal Tantra e tecniche occidentali connesse con counseling ad approccio corporeo e coaching relazionale. Tra gli strumenti utilizzati, con l’effetto potenziante del gruppo: la meditazione, i rituali tantrici, il controllo del respiro, alcune tecniche esperienziali introspettive e comunicative, bio-energetica, esperienze psico-corporee per il rilascio emozionale, rispecchiamento, costellazioni familiari, relazionali, spirituali e sistemiche. Un percorso con pochi elementi teorici e molta sperimentazione diretta.

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“Il vero amore non si riconosce per ciò che chiede, ma per ciò che offre.
Jacinto Benavente


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