Perché ogni donna dovrebbe poter (e voler) dire: “Voglio essere una meretrice”.
Il concetto di sessualità peccaminosa e sbagliata se applicata in assenza di legame sentimentale o – peggio ancora – di “vero amore” è un evidente strascico di una cultura patriarcale in cui la carnalità femminile veniva repressa, in cui provare desiderio sessuale, perfino all’interno del matrimonio, era comunque peccaminoso per le donne, in cui l’universo femminile era binario: “per bene” o “meretrice”.
“Per bene” era la donna asessuata, sottomessa, dedita al marito e ai figli.
“Meretrice” era la donna terrena, sessuale, indipendente.
La sessualità vigorosa era dominio esclusivo degli uomini a cui si “perdonava” con un sorriso indulgente l’esser figli di Adamo, resi deboli dalla tentazione di Eva. Era, infatti, colpa delle donne meretrici se l’uomo cedeva alla tentazione della carne.
Le donne di oggi combattono ancora questo condizionamento residuo, questo conflitto tra virtù e lussuria, che non è scomparso ma si è immerso nella negazione e nell’inconsapevolezza, diventando ancora più pericoloso.
Quante donne single, desiderose di formare una relazione stabile, si negano alla sessualità per “non buttarsi via”?
E quanti uomini tendono ad etichettare ancora oggi le donne come “buone solo per quello” in base al momento in cui avviene il primo rapporto sessuale?
Quante donne sono “giudicate” sul piano umano e professionale, in base al grado di libertà sessuale?
Come aiutare le donne (e gli uomini) ad uscire da questo pantano? Incoraggiando percorsi di consapevolezza e accoglienza del proprio corpo, grazie ai quali le donne possano riscoprirsi integre, senza negare e reprimere alcun aspetto del loro essere. Su questo punto il Tantra è categorico: uomini e donne sono esseri anche corporei, oltre che spirituali ed energetici e la sessualità femminile è di importanza fondamentale.
Prima ancora, però, è necessario accettare che, nel terzo millennio, ogni donna dovrebbe poter (e voler) dire, con consapevolezza e soddisfatta convinzione:
“Voglio essere una meretrice”.
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