Tantra & Amore

Quando il partner diventa genitore

partner genitore

Agata è una ragazza di 21 anni ed è venuta alle nostre sessioni individuali in preda ad una profonda crisi perché improvvisamente si è resa conto di non amare più il partner, ma non riusciva a trovare il coraggio di interrompere la relazione.

«La nostra relazione è iniziata quando eravamo appena 17enni ed era osteggiata dalle rispettive famiglie.
Nel frattempo notavo in lui alcuni tratti immaturi che andavo a correggere, ora, a distanza di 4 anni, non siamo più osteggiati da nessuno. Ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto, possiamo stare insieme in pace ma… io non lo amo più.»

Già con questa primissima dichiarazione erano chiare due cose: la storia non era nata da un vero innamoramento, almeno non da parte di Agata, ma da un desiderio di affermare il proprio diritto di scegliere il partner, soprattutto andandone inconsapevolmente ad individuare uno che non sarebbe piaciuto alla sua famiglia. Ma c’era di più. Non avendo Agata una personalità controllante o autoritaria, quel suo immediato impulso ad smussare le imperfezioni del partner, era un segnale che quel partner in realtà non le piaceva. Ma Agata era priva dell’esperienza e della consapevolezza necessarie a riconoscere tali segnali.


Quando le abbiamo chiesto quali fossero quei “tratti immaturi” su cui è intervenuta fin dalla fase dell’innamoramento (in cui avrebbe dovuto essere accecata dalla biochimica). Ecco la sua risposta:


«Non si sapeva vestire se non in modo sportivo, quindi lo stimolavo ad ampliare il guardaroba e ad adeguare l’outfit all’occasione, accantonando “la divisa” costituita da jeans, maglietta e scarpe sportive, spiegandogli che non era affatto universale, non per un adulto.
Non aveva buone maniere a tavola, quindi ritenni mio dovere insegnargli una gestione di se stesso a tavola adeguata anche alle occasioni formali.
Aveva occhi bellissimi, nascosti da occhiali da vista giganti. Lo pressai per le lenti a contatto.
E così via, mille altre continue correzioni, che facevo in privato, con dolcezza ma con determinazione e che lui, accettava, per migliorarsi, perché “nessuno me lo aveva mai detto, ma ora che me lo dici capisco che effettivamente è così, è una mia mancanza”. E questa era una sua grande dote.»

Chiaramente Agata aveva assunto nella relazione un ruolo completamente genitoriale e sebbene le lacune che lei evidenziava fossero oggettivamente limitanti per un giovane uomo e quindi i suoi suggerimenti fossero effettivamente tutti migliorativi e a vantaggio del partner, non era suo compito né suo diritto fargli da “mamma”.

Assumere questo ruolo uccide la sessualità e l’amore, perché fra madre e figlio può esserci solo affetto. La relazione, dunque, tenuta insieme solo dal “nemico esterno”, una volta privata dell’ostacolo, ha mostrato tutta la sua fragilità. Portando consapevolezza su questo aspetto, Agata è sprofondata nell’orrore. Ha compreso di aver fatto un grave torto al partner, di averlo forzato verso una direzione che non necessariamente gli apparteneva. Si è resa conto che non era innamorata di lui e neanche attratta da lui (quest’ultima è una classica conseguenza del ruolo genitoriale).


«Proprio io, che detesto ogni forma di invasione del mio spazio e del mio diritto di fare ciò che voglio, ho fatto questo a lui!»
Abbiamo aiutato Agata a fare un grande lavoro di introspezione e a trovare il coraggio e le parole per terminare la relazione, che ormai, da parte sua, andava avanti per inerzia.


Un lavoro ancora più grande è ancora in corso per perdonare se stessa di essere diventata (anche se in versione attenuata) proprio ciò che più detestava nella figura dei suoi genitori controllanti.


«Come attenuante – ha detto finalmente in una delle ultime sessioni – posso riconoscermi il fatto che finché mi sentivo dire dalla famiglia tutti i difetti di lui, ero molto confusa, avevo paura che non mi fosse possibile distinguere l’oggettivo dal soggettivo, che mi potessero influenzare o manipolare. E questo non potevo accettarlo. Volevo essere io a scegliere, senza essere condizionata da nessuno».


Capire questo aspetto importante la sta aiutando a perdonarsi e ad aprirsi all’amore in modo diverso: più consapevole e maturo.


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